Banche, una sofferenza su tre colpa del ‘mattone’
Secondo Unimpresa oggi solo il settore immobiliare deve agli istituti di credito 64 miliardi di euro in prestiti scaduti. In totale le sofferenze oggi ammontano a 201 miliardi di euro. Nel 2010 erano 78 miliardi.
Stefania Aoi
Soldi prestati per la costruzione di capannoni industriali piuttosto che per palazzine destinate a uffici e ancora non restituiti. Il 32 per cento delle sofferenze delle banche è riconducibile al settore immobiliare. Su 201 miliardi di euro di prestiti non rimborsati agli istituti di credito, quelli legati al comparto costruzioni pesano più del 21 per cento, mentre il 10 per cento deriva da altre attività immobiliari vere e proprie (come intermediazione, fondi e gestione). In totale il debito scaduto è di 64 miliardi di euro.
È questa la fotografia scattata dal Centro studi di Unimpresa, in un’analisi basata su dati di Banca d'Italia.In cinque anni le sofferenze in genere sono più che raddoppiate: a dicembre del 2010 ammontavano appena (si fa per dire) a 77,8 miliardi. A novembre 2015 avevano raggiunto i 201 miliardi. Bene 120 miliardi in più in un quinquennio. Anche tra il 2014 e il 2015 il trend si è mantenuto in crescita e i debiti non pagati hanno segnato un aumento dell’11 per cento in un solo anno. E se un anno prima le sofferenze corrispondevano al 13 per cento dei prestiti bancari (1.413,8 miliardi), nel novembre del 2015 valevano il 14 per cento, con i finanziamenti degli istituti passati a 1.424,7 miliardi. In difficoltà sono soprattutto le aziende. Sono loro le maggiori creditrici delle banche e hanno un debito pari a quasi 160 miliardi (il 79 per cento del totale). Dopo i debiti per attività legate al mattone, seguono quelli per investimenti nelle attività manifatturiere che pesano in tutto 37,7 miliardi e quelli nel settore del commercio, pari a 27,1 miliardi.
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